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sabato 2 maggio 2015

Porta Portese, di Maurizio Soldini [Poesia] :: LaRecherche.it

Porta Portese, di Maurizio Soldini [Poesia] :: LaRecherche.it



PORTA PORTESE
di Maurizio Soldini

Calpesta pietre e petali d’oleandro
la scarpa ginnica indossata dall’Imam.
Si percepisce con la coda dell’occhio,

il suo fez color bianco all’uncinetto,
con l’occhio come una preghiera, attento
ai banchi per trovare i jeans.

È un giovane che vuole vivere,
come tutti i ragazzi del mondo,
e si accorge che il vento lo avvicina

ai tramonti d’estate e in aprile si prepara
a sconfiggere il morso del cane.
C’è un gruppetto di suore, davanti,

tra la folla, che guardano scarpe vintage.
Le suore di solito comprano scarpe e calzini,
ma non hanno timore di guardare i vestiti

e chissà quanti ne indossano nell’anima.
C’è gente di tante nazioni e le lingue
si mescolano come in un cocktail,

l’italiano funge da seltz e solo
ogni tanto spunta un romano verace.
Non manca il gioco delle tre carte,

persiste dal tempo dei cinquant’anni
ormai passati, da quando andavamo
coi nostri padri e c’era una marea di biciclette.

De Sica immortalò nel film neorealista
quell’abitudine di venirle a comprare,
qui, perché costavano meno e era vero.

Sono scomparse del tutto o quasi anche le pulci
e rimane solo qualche tavolo sbilenco
e alcune sedie spaiate e sgangherate.

I libri sono sempre più ingialliti
dal tempo e aspettano qualcuno che li adotti.
Sono quelli che costano meno

nello spazio di un tempo distratto.
Non manca qualche matto,
che la sua pena ha da vendere a rate.

Sono assidui anche i borseggiatori,
ma hanno cambiato nazione.
Una volta venivano dal popolo affamato

e selezionavano il ricco dal povero,
adesso vengono da lontano e non importa
se hai appena mangiato, o se sei digiuno

e se, magari, sei venuto a cercare un paio
di scarpe per camminare o un pantalone
per coprirti o una sedia per sederti.

Camminare in questa strada delude
l’aspettativa, in quest’aprile, dopo
mezzo secolo, da quando a ridosso

della guerra ti stupivano gli elmetti,
forati dalle pallottole e immaginavi soldati
e crani crivellati di colpi e, anche se giovane,

rivivevi, incosciente, la guerra, tra stellette dorate,
su divise grigioverdi, e si cercavano
cappelli e mostrine da esibire tra amici.

Allora il clima era diverso e l’aria
profumava di gioia, quando accostavi
la seicento a san Michele a Ripa,

accanto al carcere minorile, guardando
i finestroni chiusi dalle sbarre, dietro
le quali immaginavi coetanei senza libertà.

I pizzardoni erano la maestà,
invece adesso sembrano coatti
dentro il ruolo e pare che la testa

l’abbiano altrove, tra una chiacchiera,
un panino con l’hot dog, un caffè
e un cenno alla riunione sindacale.

Porta Portese ha cambiato faccia,
non è più la stessa e si stenta, si fa fatica,
a riconoscerla da come era, forse

perché la capinera ha smesso di cantare,
forse perché siamo cambiati, noi.
Una volta sognavi di navigare il fiume,

adesso sai che non ti puoi bagnare
nelle stesse acque profumate dai tigli,
perché non ci si può bagnare

nella stessa acqua, e il sole non è più
lo stesso di quando pedalavi nel cortile.
Anche se il glicine continua a fiorire

e stende un tappeto ai tuoi piedi.
Anche se oggi è diverso il concetto,
perché l’età si presta, ma il cuore

è lo stesso e tu sai che l’importante
è continuare il sogno, è continuare
ad amare, perché la meglio gioventù

riposa in te e ti accompagna adesso
più di prima. Ieri eravamo bambini,
oggi siamo cresciuti, e Porta Portese

non è più quella dei balocchi e di cuccagna,
ma una semplice via, dove vai a passeggio
in compagnia di chi si è fatto adulto

e si accontenta di baciarti dove può,
sì, in questa via, fatta reale, come casa sua,
in cui ci sei, e questo basta e alimenta il sogno.

lunedì 27 aprile 2015

II Epifania del Grand Tour Poetico Mitomodernista, comunicazione di Maurizio Soldini [Eventi] :: LaRecherche.it

II Epifania del Grand Tour Poetico Mitomodernista, comunicazione di Maurizio Soldini [Eventi] :: LaRecherche.it



 

 

II EPIFANIA DEL GRAND TOUR POETICO MITOMODERNISTA

II EPIFANIA DEL GRAND TOUR POETICO MITOMODERNISTA
IL MITOMODERNISMO OCCUPA ROMA
CONTINUA LA BATTAGLIA CONTRO LA CORRUZIONE GENERALE DEL MONDO CHE SOSTIENE L’IMPERO DEL BRUTTO
PROGRAMMA
MESSAGGI DAL MONDO 
Giuseppe Conte, Roberto Bly (U.S.A), Endre Szkàrosi (Ungheria), A.Staude (Germania), Anna Piwkowska (Polonia), Fabrice Pascaud (Francia), Aki Salmela (Finlandia), Massimo Maggiari (U.S.A) Angelo Tonelli (Italia)
INTERVENTI 
Tomaso Kemeny
Renzo Paris
Roberto Barbolini
Gianpaolo G Mastropasqua
Flaminia Cruciani
INTERVENTI POETICI 
Géza Szőcs,Pietro Berra, Stelvio Di Spigno, Giorgio Linguaglossa, Simonetta Longo, Adriana Gloria Marigo, Cinzia Marulli, Valeria Patera, Paola Pennecchi, Carmelo Claudio Pistillo, Maurizio Soldini, Gabriella Sica, Marzia Spinelli, Isabella Vincentini
INTERVENTI MUSICALI 
Oltre il Giardino Project
 
  • 29Wednesday, 29 April, 17:30
  • ROMA - CAMPIDOGLIO "Sala del Carroccio"

mercoledì 15 aprile 2015

Alla volta di Leucade: MAURIZIO SOLDINI: "VIANDANZA" POESIA INEDITA

Alla volta di Leucade: MAURIZIO SOLDINI: "VIANDANZA" POESIA INEDITA: Maurizio Soldini Poesia inedita Viandanza di  Maurizio Soldini attraversare la strada per andare verso la meta oltre...





Poesia inedita
VIANDANZA
di 
Maurizio Soldini

attraversare la strada per andare
verso la meta oltre la curva
e il cammino si piega al tramonto

si fanno le gambe più molli
dove a un tratto si gioca il destino
si sfalda la soglia del sogno

e in cenere vanno i ricordi
si sfianca nel tempo la tempra
nell'ampiezza di nuvole e pioggia

incedere sul marciapiede sottotetto
si rende sdrucciolevole al pensiero
e scivola sull'evidenza il piede

il corpo si sfila dall'anima e sperde
sfilacci di sera su tuoni e lampi
ma le cose sono sempre al loro posto

mobili solo gli esseri umani
viandanza di luce e d'ombra
nell'incontinenza del voler vivere

sabato 4 aprile 2015

Sabato Santo, di Maurizio Soldini [Poesia] :: LaRecherche.it

Sabato Santo, di Maurizio Soldini [Poesia] :: LaRecherche.it



Sabato Santo

di Maurizio Soldini

Oggi il silenzio è sospeso nell'attesa

non tira neanche il vento e chiosano
le nuvole col pianto il suo grigiore.
 
Domani si aprirà uno spiraglio di luce
si scioglieranno le campane a festa
ché la speranza no non può morire.
 
Sabato Santo è come una preghiera
covata dentro un'anima abbattuta
che il giorno dopo sboccia di sorrisi.
 
Quale che sia o non sia il tuo Dio domani
ti chiamerà nel suono di campana
ti inoltrerà su strade della gioia.
 
Sembra che tutto è fermo e tace
nel sabato che non ha più parole
ma poi domani rivedremo il sole.
 
Roma, 4 aprile 2015, Sabato Santo